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Osteoporosi: PIÙ DELL’80% dei pazienti già fratturati non segue una cura SPECIFICA. Un nuovo studio lo conferma
Ricoveri ospedalieri seguiti da lunghi periodi di immobilità, interventi chirurgici, aumento della disabilità fino alla perdita parziale o completa dell’autonomia nelle attività quotidiane: le fratture da osteoporosi possono causare gravi effetti sulla qualità di vita dei pazienti.
I pazienti hanno inoltre un rischio fino a 5 volte maggiore di subire una seconda frattura nei primi 12 mesi dopo la prima: per questo è importante seguire terapie anti-fratturative per prevenirne successive. Eppure, sono oltre 8 su10 i pazienti che subiscono una frattura del femore a cui non viene somministrato alcun trattamento mirato.
A evidenziare questo dato, lo studio «Gap terapeutico e costi delle fratture da fragilità in Italia», presentato come abstract al WCO-ESCO-IOF di Barcellona, il Congresso Mondiale su Osteoporosi, Osteoartrite e Malattie Muscolo-Scheletriche.
Lo studio, basato sull’analisi dei database amministrativi dell’USL Umbria 2 e della Regione Campania, ha preso in considerazione oltre 21.000 pazienti over 50 ricoverati per frattura del femore e ha analizzato anche la spesa per la gestione e il trattamento dei pazienti nella prospettiva del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) che è, mediamente, di oltre 6.500 euro per il ricovero e di 5.450 euro per i 12 mesi di follow-up, dovuti principalmente a ulteriori ricoveri e in minima parte per farmaci e visite mediche.
Per un paziente non aderente al trattamento i costi nei 12 mesi di follow up sono più alti rispetto a uno aderente: pari infatti a circa 6.400 euro. Migliorare l’aderenza e la persistenza al trattamento permetterebbe quindi una riduzione dell'impatto clinico ed economico legato ai pazienti a rischio di ri-frattura accompagnata da un risparmio per la collettività e per il SSN.
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