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ONCOLOGIA

INFORMAZIONI GENERALI

Il cancro del colon retto è una delle principali cause di mortalità e morbilità nel mondo.
Il cancro del colon-retto (CRC) origina a livello del colon o del retto. Questo tumore può essere anche denominato come tumore del colon o del retto, a seconda della sua origine anatomica, anche se solitamente si tende a raggrupparli per via delle innumerevoli caratteristiche che hanno in comune.1,4
Il cancro del colon retto è una delle principali cause di mortalità e morbilità nel mondo. È la terza neoplasia più comune e la quarta principale causa di decessi correlati al cancro in tutto il mondo, con circa 1.400.000 nuovi casi e circa 700.000 morti in tutto il mondo.2
In Italia, circa 51.000 nuove diagnosi di tumore del colon-retto sono state stimate nel 2018. Sia tra gli uomini (15% di tutti i nuovi tumori) sia tra le donne (13%) si trova al secondo posto, preceduto rispettivamente dalla prostata e dalla mammella. Nel 2015 sono stati osservati 18.935 decessi per carcinoma del colon-retto (ISTAT), di cui il 53% negli uomini. La sopravvivenza a 5 anni in Italia è pari al 66% per il colon e al 62% per il retto, omogenea tra uomini e donne. Le Regioni meridionali presentano valori inferiori di circa il 5-8% rispetto al Centro-Nord. La sopravvivenza dopo 10 anni dalla diagnosi risulta leggermente inferiore rispetto a quella a 5 anni, con valori pari al 64% per il colon e al 58% per il retto, omogenea tra uomini e donne.5 Quando un tumore diffonde in altre parti del corpo, si parla di metastasi. In questo senso parliamo di tumore del colon-retto metastatico (mCRC) dove le cellule tumorali diffondono dalla loro sede di origine (sede primaria) attraverso il circolo sanguigno o linfatico.
In una percentuale elevata di esami è stato diagnosticato un tumore invasivo oppure un adenoma avanzato (25,7% ai primi esami, 20,3% a quelli successivi), e fino al 50% di tutti i pazienti alla fine sviluppano una patologia metastatica.6,7

CRC mCRC

PATOLOGIA E PATOGENESI
La maggior parte dei tumori del colon-retto si presenta come un’iperplasia all’interno del lume del colon o del retto. Questa crescita prende il nome di polipo. Alcuni tipi di polipo possono trasformarsi in cancro dopo molto tempo (solitamente molti anni), ma non tutti i polipi si trasformano in cancro. La possibilità che un polipo si trasformi in cancro, dipende dal tipo di polipo. I 2 principali tipi di polipo sono:
Polipo adenomatoso (adenoma): in alcuni casi si trasformano in cancro, e per questo motivo sono identificate come condizioni pre-cancerose.
Polipi iperplastici e polipi infiammatori: questi polipi sono molto comuni, ma in generale non si identificano come delle condizioni pre-cancerose.1
STADIAZIONE DELLA PATOLOGIA
La stadiazione descrive il grado di diffusione del tumore ed è importante per pianificare il trattamento del paziente affetto dalla patologia.
La classificazione TNM, sistema di stadiazione più attuale e indicato dalle recenti linee guida ASCO ed ESMO, pone maggiore attenzione al grado di infiltrazione tissutale, discriminando tra l’invasione della sola mucosa, dello strato muscolare o della sierosa. Vengono presi in considerazione 3 parametri, ognuno dei quali presenta diverse categorie:
T – L’estensione (dimensione) del tumore: fino a che punto il tumore è cresciuto nella parete del colon o del retto?
N – La diffusione ai linfonodi vicini: il tumore si è diffuso ai linfonodi vicini?
M – La diffusione (metastasi) ai siti distanti: il tumore si è diffuso a linfonodi distanti o a organi distanti come il fegato o i polmoni?2
I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO: DALL’INFLUENZA GENETICA ALLO STILE DI VITA
Circa l’80% dei carcinomi del colon-retto insorge a partire da lesioni precancerose (adenomi con componente displastica via via crescente). Gli stili di vita e la familiarità sono da tempo chiamati in causa quali fattori di aumento del rischio di incidenza di queste lesioni. Tra i primi spiccano fattori dietetici quali il consumo di carni rosse e di insaccati, farine e zuccheri raffinati, il sovrappeso e la ridotta attività fisica, il fumo e l’eccesso di alcool. Una protezione, oltre al controllo dei citati fattori di rischio, è conferita dal consumo di frutta e verdure, carboidrati non raffinati, vitamina D e calcio e dalla somministrazione di antinfiammatori non steroidei a dosi appropriate per lungo tempo.3 Ulteriori condizioni di rischio sono costituite dalla malattia di Crohn e dalla rettocolite ulcerosa. Circa un terzo dei tumori del colon-retto presenta caratteristiche di familiarità ascrivibile a suscettibilità ereditarie: solo una parte di questo rischio familiare (2-5%) è riconducibile a sindromi in cui sono state identificate mutazioni genetiche associate ad aumento del rischio di carcinoma colorettale. Fra queste le sindromi caratterizzate dall’insorgenza di polipi, quali la poliposi adenomatosa familiare (FAP) e quelle non poliposiche come la sindrome di Lynch. L’ereditarietà è per lo più su base autosomico-dominante. Per gli individui appartenenti a gruppi familiari a rischio non ancora inquadrati in sindromi definite, il rischio di avere un carcinoma del colon-retto è circa doppio rispetto alla popolazione generale nel caso in cui sia presente un consanguineo di I grado, e più che triplo qualora quest’ultimo abbia contratto il tumore prima dei 50 anni di età.3
 
 
 

METASTASI OSSEE

La malattia ossea metastatica è più comunemente osservata in specifici tipi di tumore(1)
Le metastasi colpiscono più frequentemente lo scheletro assiale e spesso causano complicazioni scheletriche note come eventi correlati allo scheletro (SRE) (1):
  • fratture patologiche
  • radioterapia (RT) all’osso
  • chirurgia all’osso
  • compressione del midollo spinale (SCC)
  • ipercalcemia, sebbene l’ultima possa essere di origine paraneoplastica e verificarsi senza metastasi ossee.(1)
TIPO DI METASTASI E SCELTA DEL TRATTAMENTO
Le metastasi ossee possono essere osteolitiche, osteoblastiche o miste.(3)
Sono il tipo più frequente di metastasi ossea in tutti i pazienti oncologici. Si verificano in tumori solidi tra i quali il carcinoma mammario, il carcinoma prostatico, il carcinoma tiroideo, il carcinoma polmonare e il carcinoma renale.(4)
Sono associate ad aumento dell’attività degli osteoclasti e riduzione dell’attività degli osteoblasti che è disaccoppiata dal riassorbimento osseo.(4)
Le aree osteolitiche spesso si fratturano anche in assenza di traumi.(5)
Predominanti nel carcinoma prostatico e nel 15-20% dei carcinomi mammari.(4) Rare in altri tipi di cancro.(4)
Caratterizzate dallo spostamento dell’equilibrio tra riassorbimento e formazione di tessuto osseo verso quest’ultimo.(4)
La scarsa qualità del tessuto osseo formato implica il fatto che le fratture siano un evento comune.(4)
In genere, gli SRE sono associati a perdita di mobilità e di funzionamento sociale, ridotta qualità di vita (QoL), aumento della spesa sanitaria e peggior sopravvivenza.(1)
IMPATTO DEGLI SRE
Nei pazienti con malattia ossea dovuta a neoplasia maligna, le fratture sono associate a un aumento del rischio di morte.(7)
Visto l’elevato impatto degli SRE, deve essere considerato un inizio precoce della terapia preventiva.(8)
 
 
 

TUMORE AL POLMONE

I NUMERI DEL TUMORE AL POLMONE
Nel Mondo
Il tumore al polmone costituisce un importante problema di salute globale. Il tumore al polmone è una delle neoplasie più diffuse a livello mondiale e rappresenta oltre il 12% di tutte le diagnosi per tumore1.
Secondo le ultime stime di GLOBOCAN, nel 2018 sono stati diagnosticati 2.094.000 nuovi casi di tumore al polmone a livello globale, rendendolo il principale tumore per incidenza a livello mondiale2.
Con una stima di 1.369.000 casi, il cancro ai polmoni è il secondo tumore più comune negli uomini, dopo il cancro alla prostata, e il secondo tumore più comune nelle donne, dopo il cancro al seno, con 725.000 casi2.
In Europa ed in Italia
Il cancro del polmone in Europa ha una prognosi sfavorevole, con un tasso di sopravvivenza a 5 anni del 13% (11,2% nei maschi e 13,9% nelle femmine)5.
Ad oggi si stimano circa 43.900 nuove diagnosi di tumore al polmone in Italia.6
Si tratta della seconda neoplasia più frequente negli uomini con 29.300 nuovi casi e la terza nelle donne con 14.600 nuove diagnosi.6 La sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è pari al 16% negli uomini e al 23% nelle donne.6 Questo perchè la maggior parte delle persone riceve una diagnosi di malattia in stadio avanzato5.
FATTORI DI RISCHIO E SINTOMATOLOGIA
I modelli geografici e temporali relativi all’incidenza del tumore al polmone nella popolazione, così come la stessa mortalità, sono determinati principalmente dal consumo di tabacco, che rimane il principale fattore eziologico nella carcinogenesi polmonare.9
Altri fattori, come la suscettibilità genetica, la cattiva alimentazione, l’esposizione professionale e l’inquinamento atmosferico, possono agire indipendentemente o di concerto con il fumo di tabacco nel plasmare l’epidemiologia descrittiva del cancro del polmone.9,10
I principali fattori di rischio10
I principali fattori di rischio del tumore al polmone comprendono:
  • Fattori di rischio genetico (come storia familiare, o polimorfismi genetici);
Sintomatologia
Di solito i sintomi del tumore al polmone compaiono solo quando la malattia è già in fase avanzata. Anche quando il tumore al polmone è sintomatico, molte persone possono scambiare i sintomi per altri problemi, come un’infezione o gli effetti a lungo termine del fumo. Questo può ritardare la diagnosi.12 I sintomi maggiormente riscontrabili includono: affaticamento, perdita di appetito, problemi respiratori, tosse, dolore e emottisi11.
 
 
 

RISORSE PER IL MEDICO

ITA-NP-0123-80016