Dite di volere una rivoluzione (sanitaria)? Abbinate tecnologia e biotecnologia

Dite di volere una rivoluzione (sanitaria)? Abbinate tecnologia e biotecnologia

Patrick Dey, vicepresidente della divisione Digital Health and Innovation di Amgen, evidenzia come la combinazione di innovazione digitale e scienze biologiche rappresenti un punto di svolta per la salute dei pazienti
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La combinazione tra la rapida innovazione delle scienze biologiche e le tecnologie digitali emergenti potrebbe creare nel breve termine alcune delle opportunità più promettenti per l’assistenza sanitaria. Nel suo ruolo di leader che opera proprio sulla sinergia di queste due discipline, Patrick Dey – vicepresidente della divisione Digital Health and Innovation di Amgen – ha una visione “unica” in questo panorama in continua evoluzione e di come la combinazione tra innovazione digitale e scienze “della vita” potrebbe rivoluzionare l’assistenza sanitaria.
Qual è il suo ruolo in Amgen?
In qualità di vicepresidente della divisione Digital Health and Innovation di Amgen, sono responsabile della definizione e dello sviluppo delle strategie dell’azienda in materia di salute e tecnologia digitale. Il mio team è impegnato a posizionare Amgen come punto di riferimento per i pazienti, attraverso la scoperta, lo sviluppo e l’applicazione di soluzioni digitali emergenti e innovative. L’adozione – in collaborazione con altri partner – di queste soluzioni tecnologiche può contribuire sia alla nascita di idee e spunti innovativi, per rendere disponibili nuove terapie ai pazienti che ne hanno bisogno, sia a prevenire e curare le malattie in modo più agile e personalizzato.
In che modo Amgen si contraddistingue nello spazio della tecnologia digitale?
Leader nell’innovazione scientifica, Amgen è sempre impegnata ad estendere – attraverso i propri biosimilari – un accesso sostenibile ai farmaci per tutti. In questo modo è in grado di liberare risorse per dare una spinta importante all’innovazione terapeutica. E la salute digitale è una componente importante di questa visione generale.
Fondata 40 anni fa, Amgen è stata una delle prime aziende a guidare la rivoluzione biotecnologica; e oggi siamo ancora una volta all’avanguardia grazie alla combinazione tra le scienze biologiche e l’analisi dei dati per inaugurare la prossima era della trasformazione digitale.
Esiste un programma o un’iniziativa in cui la divisione Digital Health and Innovation è attualmente coinvolta e della quale è particolarmente entusiasta?
Mi fa piacere condividere che Amgen – in collaborazione con diversi importanti gruppi accademici e provider sanitari, inclusi il Brigham and Women’s Hospital, l’Inova Heart & Vascular Institute e altri – ha lanciato uno studio chiamato HF-eVOLUTION, che utilizza soluzioni digitali, come dispositivi indossabili e strumenti per il monitoraggio del sonno, per offrire ai medici dati in tempo reale utili a migliorare le loro decisioni terapeutiche per i pazienti con scompenso cardiaco.
Attualmente negli Stati Uniti circa 6,5 ​​milioni di adulti soffrono di scompenso cardiaco (un problema che riguarda anche l’Italia in cui i pazienti sono circa 600.000). Una patologia che rappresenta un fattore contributivo in un caso di morte su 8, costando al sistema sanitario statunitense $30,7 miliardi ogni anno. Inoltre, studi condotti su pazienti con scompenso cardiaco hanno dimostrato che l’adesione alle terapie basate sull’evidenza è tutt’altro che ottimale e che le linee guida terapeutiche vengono adottate lentamente e applicate in modo incoerente. Coltivando il legame tra operatori sanitari e pazienti, la tecnologia digitale può migliorare i risultati, grazie a tempistiche decisionali più rapide e attraverso una terapia per lo scompenso cardiaco basata su linee guida.
La nostra aspirazione è che i medici possano prendere decisioni basate su più informazioni, e rendere disponibili ai pazienti con scompenso cardiaco opzioni di trattamento più personalizzate, e in tempo reale, sulla base dei dati raccolti da dispositivi indossabili e da altri biosensori, inclusi quelli su frequenza cardiaca, pressione e attività.
Qual è il motore della salute digitale? In che modo un’azienda biotecnologica di portata globale come Amgen si inserisce nell’ecosistema della salute digitale?
Negli ultimi anni abbiamo assistito alla convergenza di salute e tecnologia in modi davvero entusiasmanti, e talvolta perfino dirompenti.
Quale grande settore deve ancora essere trasformato dalla tecnologia? Quello dell’assistenza sanitaria. Sono le stesse domande che ci ponevamo 16 anni fa, quando sono entrato a far parte del settore biotecnologico: come si può rendere l’assistenza sanitaria migliore, più veloce, più semplice e più economica? La tecnologia digitale ci offre nuove possibilità per migliorare la vita dei pazienti e cambiare radicalmente il sistema ancora poco utilizzato.
Basta pensare alla quantità di informazioni che oggi possediamo su ciascuno. Per esempio, l’80% dei medici ora utilizza un tablet. Quanti di voi hanno usato uno smartwatch in grado di contare ogni giorno il numero di passi e la frequenza cardiaca? Grazie a Internet of Things (“Internet delle cose”), abbiamo ormai a disposizione un enorme tesoro di dati che possono essere analizzati.
E se potessimo prevedere e prevenire le malattie in base al patrimonio genetico personale? La tecnologia digitale può consentirci di vivere una vita più lunga e sana. Amgen Digital Health and Innovation collabora con altri attori al fine di poter utilizzare nuovi dati e nuove tecniche analitiche, per ottenere risultati migliori per i pazienti.
Amgen sta aprendo la strada alla collaborazione su tecnologie avanzate volte a ottimizzare il modo in cui serviamo i pazienti e ne miglioriamo la vita. Nessuno stakeholder può rinnovare da solo l’intero sistema sanitario. Il cambiamento verso un sistema sostenibile richiede un approccio collaborativo e integrato.
Cosa la ispira a fare quello che fa?
Nel corso della mia carriera ho avuto l’opportunità di lavorare in diversi settori, e ho visto da vicino come i progressi tecnologici abbiano “spostato” quello che veniva considerato il limite del possibile. Sono stato anche paziente: uno screening di routine – che probabilmente mi ha salvato la vita – ha rivelato una patologia cardiaca grave, ma curabile. Mi sento quindi ispirato da tutte queste esperienze: pensare a ciò che è possibile e a ciò che potrebbe significare per un paziente e per i suoi cari.
Il settore sanitario è stato relativamente lento nell’adottare la tecnologia, pur potendo probabilmente contare sulle migliori opportunità di sfruttare la salute digitale e l’IA in modo significativo a livello globale. Sono orgoglioso di avere un ruolo in cui – collaborando con le persone giuste – il mio team e io possiamo contribuire a migliorare i risultati di salute, attraverso una migliore prevenzione e trattamento.

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